SANTUARIO DELLA MADONNA DEI CORDICI

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28/10/2009

 

L’odierno edificio è il risultato di varie modifiche e rifacimenti iniziati alla fine del XVIII secolo e protrattisi fino ai giorni nostri culminati con la sistemazione del vasto piazzale esterno che abbraccia un fianco e la facciata della chiesa.
Se l’interno del Santuario ha assunto ormai una sua pregevole conformazione per la ricchezza delle sistemazioni architettoniche e decorative, l’edificio esterno, pur nella possente articolazione dei volumi della chiesa vera e propria e degli edifici annessi quali la sagrestia ed il campanile, posa sul suddetto piazzale come su di una piattaforma astratta e anonima che quasi lo isola e lo stacca dal contesto naturale e paesaggistico; contesto che invece deve ritrovare la sua ragion d’essere quale legame imprescindibile fra Santuario e natura in un’unica idea di paesaggio sia fisico che metafisico.
Partendo quindi dall’etimo del santuario, volgarizzazione di “Madonna dei Portici” (da un antico culto Romano) e dal miracolo più importante che tale divinità ha elargito ai suoi fedeli salvandoli dai cannoneggiamenti della flotta Francese che dal mare li minacciava, facendo calare dal cielo una salvifica nebbia (3 marzo 1806), si è pensato di risolvere lo scollamento fra paesaggio e Santuario andando a rileggere appunto l’etimo “portici”. Da una deduzione lapalissiana si cerca di arrivare con la progettazione e l’elaborazione del significato ad un senso semplice ma più vasto e aderente.
Dal fianco della chiesa - quindi quasi accanto agli arconi della sagrestia - spunta una cortina muraria che a poco a poco diventa portico, distaccandosi dolcemente dalle mura della chiesa per poi cingerla, ornarla come una sorta di corona fino alla facciata. La “cortina” disponendosi parallela ad essa si protende infine perpendicolarmente verso il piazzale per chiudere ed incorniciare la visione del golfo di Sapri. Fra la cortina degli archi e la chiesa la copertura sarà in tegole, come in tutta la struttura del Santuario, ma, per ricordare l’atmosfera del miracolo della nebbia che tutto avvolse nella sua evanescente protezione, le tegole saranno in parte in vetro opalescente ed in parte trasparenti.
Lo spazio esterno avrà una doppia funzione: la prima, verso il fianco della chiesa, accogliere l’arrivo dei fedeli; la seconda, spiccatamente religiosa, essere il sagrato davanti alla facciata. Qui in bilico fra il luogo di culto e la natura, sotto l’ultimo lembo di portico, verrà posta una effige della Madonna.
All’ingresso del piazzale sgorga anche l’acqua di una fontana che ora, mera fuoriuscita di acqua, viene ripensata come un’attenta sentinella che accoglie i fedeli.
Una forma ad arco in “positivo” rispetto al “negativo” degli archi del portico ne delinea l’architettura alla cui sommità si apre una piccola finestra quadrata che unisce la contemplazione dello sgorgare continuo dell’acqua al saluto di benvenuto.

Chiudiamo con le parole del massimo storico delle memorie della terra di Torraca, il Prelato Rocco Gaetani che nel suo dotto libro La fede degli avi nostri, Roma, 1906 si rivolge così alla Madonna dei Còrdici ed al suo Santuario: “Alla sua ombra noi poveri peccatori troviamo rifugio nelle tempeste della vita, come, nel portico del Tempio di Salomone, in tempi di caldi e di piogge, i mendici trovarono riposo”.


studio CHIODI & DI LUCCIA Architetti Associati

 

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